Villa Pignatelli Cortes: un tesoro neoclassico incastonato nella Riviera di Chiaia
Situata sulla Riviera di Chiaia di fronte alla Villa Comunale, a poca distanza dal mare e a metà strada tra Castel dell’Ovo e il porto di Mergellina, Villa Pignatelli Cortes rappresenta uno splendido esempio di architettura neoclassica. Di origine ottocentesca, colpisce per l’opulenza degli ambienti e degli arredi. Appartenuta a tre distinte famiglie, viene infine donata nel 1952 dalla principessa Rosina Pignatelli, ultima proprietaria, allo Stato Italiano per assicurarne la tutela e la destinazione a casa-museo. Oggi Villa Pignatelli Cortes ospita tre sezioni museali adatte anche ai più piccoli:
- Il museo Diego Aragona Pignatelli Cortes costituito dalla Villa, dagli arredi e dalle collezioni di argenti, bronzi, porcellane, smalti, cristalli, nonché dalla biblioteca e dalla fonoteca lasciati in donazione;
- La Casa della Fotografia, luogo destinato ad accogliere mostre fotografiche di livello internazionale;
- Il museo delle carrozze;
Da villa nobiliare a museo: breve storia di Villa Pignatelli Cortes
I lavori per la realizzazione della Villa iniziano nel 1826 in un luogo dove esisteva già un edificio appartenuto ai Carafa che fu necessario demolire. Commissionati dal baronetto Sir Ferdinand Richard Acton, figlio di John Francis Edward Acton primo ministro di re Ferdinando I, furono inizialmente affidati all’architetto napoletano Pietro Valente. Tuttavia, i rapporti tra il Valente e il nobile Inglese non furono affatto facili. Per raggiungere un accordo, l’architetto dovette sottoporre al committente oltre venti progetti. Nel 1830 il Valente fu, comunque, sollevato dall’incarico. I lavori di decorazione interna e sistemazione del giardino furono affidati all’architetto toscano Guglielmo Bechi.
Nel 1841, alla morte di Ferdinand Richard Acton, la villa viene acquistata dalla famiglia del banchiere tedesco Carl Mayer von Rothschild che vi abiterà fino al 1860.
Iniziano nuovi radicali lavori di ampliamento e abbellimento affidati inizialmente a un anonimo architetto francese e, successivamente, a Gaetano Genovese già architetto direttore della Real Casa sotto Ferdinando II di Borbone.
Con l’Unità d’Italia e l’allontanamento dei Borbone, i Rothschild sono costretti a vendere la villa che, nel 1867, viene acquistata dal principe Diego Pignatelli Aragona Cortés, duca di Monteleone.
Anche i Pignatelli apportano modifiche, soprattutto nell’arredo. Inoltre la villa viene aperta al mondo esterno diventando punto di riferimento culturale per intellettuali e aristocratici.
I Pignatelli abitano la villa fino al 1955 quando, a seguito di una donazione avvenuta nel 1952 dalla principessa Rosina Pignatelli, la stessa viene acquisita al patrimonio dello Stato. In particolare, la villa viene donata al Ministero della Pubblica Istruzione perché ne venga assicurata la tutela e la destinazione a casa-museo perpetuando il nome del principe Diego Aragona Pignatelli Cortés.
Il museo apre nel 1960. Nel 1975 nasce, nelle ex-scuderie della villa, il museo delle carrozze. Infine, nel 2010, viene allestita la prima mostra della Casa della Fotografia.
Gli appartamenti storici e Il museo Diego Aragona Pignatelli Cortes
L’esterno della villa e il giardino
Ancor prima di accedere alla villa, dall’esterno della cancellata, colpisce immediatamente l’attenzione la struttura decorativa neoclassica che ricorda un tempio greco. Infatti, al piano terra salta subito all’occhio l’imponente portico colonnato (peristilio) con capitelli neo-dorici mentre le finestre del primo piano sono inframezzate da semicolonne sormontate da capitelli neo-ionici che sorreggono il frontone. L’impatto scenico è accentuato dall’ampio giardino a parterre, in stile inglese, che precede l’edificio padronale.
L’ingresso alla villa è posto sul lato posteriore oltre il quale si estende un altro giardino nel quale non mancano piante rare, camelie e una grande magnolia. Qua e la sono disseminati altri edifici in stile pittoresco come la torretta neogotica, lo chalet svizzero e la serra. Oltre l’edificio principale, chiudono il giardino le ex scuderie, oggi sede del museo delle carrozze, e una palazzina a tre piani voluta dai Rothschild.
Gli ambienti interni e le collezioni del museo Pignatelli Aragona Cortes
L’interno di villa Pignatelli è, ovviamente, sfarzoso fra stucchi dorati, opere d’arte, arredi e oggettistica pregiati. Ciò che veramente colpisce, però, è il suggestivo e curatissimo allestimento complessivo. Gli ambienti sono dettagliatamente ricostruiti nella loro funzionalità d’uso a ricreare con vividezza le raffinate atmosfere aristocratiche che sicuramente promanavano dalla villa quand’era abitata. Insomma, non sembra davvero di aggirarsi per un museo polveroso e quasi non ci si sorprenderebbe di vedere comparire una dama incipriata accompagnata dal suo nobile cavaliere.
Senza dilungarci in noiose descrizioni di tutti gli ambienti, ci basta qui dire che, al pian terra, possiamo ammirare, oltre il vestibolo circolare a volta forata in stile neo-palladiano, le sale di rappresentanza, salotto Rosso, Verde e Azzurro, la biblioteca, la sala per i pranzi di gala, la veranda neoclassica e la sala da ballo con annessa sala per l’orchestra e toletta semicircolare in stile pompeiano.
Nel 2015 sono stati aperti al pubblico anche alcuni ambienti privati al primo piano che comprendono il bagno privato del principe, lo studiolo della principessa e il suo boudoir (salottino).
Gli elementi d’arredo, tutti originali, spaziano dai pregiati tessuti damascati che ricoprono le pareti, al raffinato mobilio ottocentesco, alle pregiate collezioni di ceramiche e porcellane, alle tele e alle sculture che impreziosiscono ambienti già sontuosi. Vi sono anche un’ampia collezione di libri e vinili di musica classica e lirica.
Curiosità di villa Pignatelli
Tra tante meraviglie, ti segnalo alcune curiosità cui prestare attenzione:
- Nel dipinto sul soffitto del salotto Rosso, che rappresenta un’Allegoria dell’Architettura, è raffigurato un piccolo genio che regge un foglio con disegnata la pianta della villa;
- Sempre nel salotto Rosso, gli stucchi e altri elementi decorativi sono opera di Gaetano Genovese, noto architetto dell’epoca che lavorò anche alla sala del trono della Reggia di Caserta e al restauro del Palazzo Reale di Napoli;
- Nella biblioteca è esposta una scultura bronzea di Narciso, dedicata al principe Diego Pignatelli, realizzata da Vincenzo Gemito nel 1886;
- Il parato che tappezza le pareti della biblioteca è in cuoio con decorazioni in oro impresso;
- Il busto in bronzo dorato che si può vedere nella sala da ballo raffigura il conquistatore Fernando Cortes, avo dei Pignatelli, e proviene dalla stele funeraria del monumento eretto nella chiesa dell’Ospedale del Gesù di Città del Messico;
- All’inizio della scalinata che conduce al primo piano è esposto un busto marmoreo di papa Innocenzo XII nato Antonio Pignatelli;
- All’interno della villa sono esposti vari oggetti in ceramica e porcellana di pregio, provenienti dalle principali manifatture europee dell’Ottocento. Tra questi, molti provengono dalla Real Fabbrica di Capodimonte come i pezzi in porcellana biscuit, simile nell’aspetto al marmo;
- Nella veranda è presente una statua raffigurante uno dei proprietari della villa, Diego Pignatelli duca di Monteleone, ritratto in posa classica simile a quella di un imperatore romano;
- Il piccolo gabinetto da toletta semicircolare, noto come Salottino Pompeiano, era utilizzato dalle nobili ospiti durante le feste e le serate danzanti per riordinare le acconciature;
- Fra i duemila volumi che compongono il patrimonio librario di villa Pignatelli vi sono opere straordinarie come la serie completa del Real Museo Borbonico che illustra con stampe i ritrovamenti vesuviani e la Dichiarazione dei Disegni del Reale Palazzo di Caserta;
La Casa della Fotografia
Al primo piano della villa, li dove un tempo vi erano tre camere da letto, una sala da pranzo-salotto e il bagno degli ospiti, è oggi allestita la Casa della Fotografia. Gli ambienti sono spogli e le decorazioni originali sono andate perdute. Tuttavia, proprio la semplicità degli ambienti li rende perfetti per ospitare mostre fotografiche. Non offrendo elementi di distrazione, il visitatore può meglio concentrarsi sulle opere esposte in una atmosfera quasi immateriale.
La prima mostra, dedicata a Ugo Mulas, è stata allestita nel 2010. Da allora si sono susseguiti eventi, mostre, incontri che fanno della Casa un luogo dinamico e un punto di riferimento per tutti coloro che sono interessati alla fotografia come espressione artistica e culturale. Inoltre, negli anni, la Casa della Fotografia ha iniziato ad accumulare una propria collezione permanente ad oggi composta da 20 opere realizzate da 17 fotografi.
Il museo delle carrozze
Uscendo da villa Pignatelli e risalendo il giardino posteriore sul lato sinistro, si raggiungono le antiche scuderie oggi sede del Museo delle Carrozze.
Incentrato sull’iniziale donazione operata nel 1960 dal marchese di Civitanova Mario D’Alessandro, cui è dedicato il museo, si è arricchito, nel corso degli anni, di vari altri pezzi sempre frutto di donazioni. Così, nel 1960 è il marchese Spennati ad arricchire la collezione del museo cui seguono il conte Dusmet nel 1962, il conte Leonetti di Santojanni nel 1973 e Giovanni Strigari nel 1979.
Oggi la collezione del museo è composta da 34 carrozze e calessi, di produzione italiana, inglese e francese della fine dell’800 ed inizi del 900, oltre a vari finimenti e fruste che ne fanno un museo di livello internazionale in grado di competere con i musei delle carrozze di Versailles e di Torino.
Inaugurato nel 1975, è stato riaperto definitivamente nel 2014 dopo anni di chiusura. La nuova veste espositiva risponde a criteri moderni incentrati sull’interattività e la didattica. Vi sono, infatti, diverse stazioni multimediali per approfondire la conoscenza del mondo delle carrozze e una postazione ludico-didattica per i più piccoli con giochi interattivi sulla costruzione della carrozza e la vestizione del cavallo e del cocchiere.
Nel dettaglio, è possibile vedere varie tipologie di carrozze come gli imponenti Coach, pesanti diligenze per il trasporto della posta e dei viaggiatori, i Phaeton, grandi carrozze da passeggio, i Break, carrozze da caccia dotate di alloggiamenti per i cani. E poi i Coupé, la Otto Molle, i Road coach e vari calessi che hanno fatto la storia della mobilità prima dell’invenzione dell’automobile. Infine, completano la collezione vari finimenti, elementi che servono ad attaccare il cavallo alla carrozza, come timoni, bardature, briglia, paraocchi, redini, imbragature, e numerose fruste e frustini da caccia di grande valore.
Per approfondire
- Villa Pignatelli – Casa della fotografia (facebook);
- Tg3 Villa Pignatelli (video);
- Napoli – villa Pignatelli ed il museo della carrozza (video);
- L’Appartamento storico in Villa Pignatelli (sito web);